I bonus edilizi potrebbero rappresentare un’occasione di sviluppo se non contenessero molti punti oscuri. Ne parla in questo articolo – sul Quotidiano di Puglia – l’amministratore unico del nostro Consorzio Angelo Contessa
Testo articolo:
Come spesso accade in Italia, quanto più si vuole semplificare, tanto più si complica. Del resto, è quello che emerge dal SuperBonus al 110 per cento che da grande opportunità rischia di trasformarsi in una trappola pericolosa.
Lo strumento – utilizzabile solo per abitazioni unifamiliari o con accesso autonomo e per i condomini nella loro interezza – è stato prorogato fino a giugno del 2022, mentre per chi a quella data ha concluso il 60% dei lavori, il termine si sposta a dicembre del 2022 (ma in questo caso il credito di imposta si potrà utilizzare in quattro anni e non più in cinque). Modificato anche il credito di imposta del 50% per l’acquisto di mobili (sale da 10mila a 16mila euro).
Come è noto, l’incentivazione al recupero del vetusto patrimonio edilizio è un obiettivo a cui lo Stato Italiano si approccia dal 1997, con la Lg 449 del 27/12/1997 art.1 commi 5 e 6, con la detrazione iniziale del 41% sui lavori di ristrutturazione di edifici residenziali e con il massimale di spesa, per unità immobiliare, di 150 milioni di lire. Successivamente sono intervenute modifiche legislative per orientare la ristrutturazione degli immobili con adeguamento sismico ed efficientamento energetico. L’intervento legislativo è continuato negli anni senza sosta con l’obiettivo di rendere più appetibile la misura ed utilizzabile per una più ampia platea. Ma come spesso succede in Italia, quando si vuole semplificare si rischia di ottenere l’effetto inverso! La ciliegina sulla torta è arrivata con l’ormai famoso “Super bonus 110%”, meglio conosciuto come “Mi rifaccio casa gratis” lanciato dal Governo Nazionale con l’altrettanto famoso “Decreto Rilancio” convertito dalla Lg. 17 Luglio 2020 n.77 previsto all’art.119; poi sono stati firmati i Decreti Mise (Requisiti Tecnici ed Asseverazioni) modificati, però, in fase di pubblicazione. Successivamente è intervenuta la circolare 24/E dell’8 agosto 2020 dell’Agenzia delle Entrate e si è in attesa della nuova Circolare che recepisca i 32 interpelli pubblicati dalla stessa ed un po’ di modifiche/errori riscontrati. Logicamente anche il “decreto semplificazione” ha apportato alcune modifiche. Siamo oggi in attesa della Legge di Bilancio che dovrebbe dare nuove indicazioni e proroghe di una misura che praticamente ancora non è partita. Allo scopo di rendere più utilizzabile i bonus, nel decreto Rilancio è stata inserita la possibilità di cedere il Bonus/Credito Fiscale alla filiera che esegue i lavori e/o a Istituti di credito ed intermediari finanziari, con una procedura tecnico-amministrativa-fiscale così complessa che, per la verifica del possesso dei requisiti, sono scesi in campo i big delle società di revisione internazionali, da Deloitte a KPMG, ad PwC, per finire ad Ernst & Young. Insomma, evidentemente di chiaro e semplice c’è ben poco. Praticamente si tratta di una procedura da Lavoro Pubblico (senza rispettare il Codice dei Contratti) con stazione appaltante unica (l’Agenzia delle Entrate) che, con il suo Direttore Ruffini, continua a dire, giustamente, che l’AdE farà il suo mestiere e che non può certo semplificare quello che in Italia è complesso, ossia la normativa fiscale. Tutto questo suona come un vero e proprio monito: fate le cose per bene altrimenti si procederà alla revoca del Bonus/credito fiscale, rischio che rimane tutto in capo al committente, poiché l’intera filiera è manlevata. Pertanto c’è il rischio che l’AdE, con la consueta velocità, proceda alla revoca e relativo recupero ed il povero committente dovrà cercare un Giudice a Berlino (ad oggi non è chiaro a quale Tribunale rivolgersi) per trovare il “responsabile” e magari farsi 15/20 anni di processi. Insomma, un ginepraio. Quindi, che fare? Rivolgersi a professionisti ed imprese del settore, magari certificate (ma questo sarebbe da paese normale) invece no! I professionisti e le imprese serie consigliano di andarci cauti, di aspettare chiarezza normativa perché è una grande opportunità ma solo se si fanno le cose per bene rispettando leggi e regolamenti e soprattutto eseguendo i lavori. come da progetto e relativo capitolato, a regola d’arte e rispettando tutti i requisiti dei vari DM, anche perché l’AdE potrà effettuare i relativi controlli negli otto anni successivi alla fine dei lavori con l’ausilio tecnico dell’ENEA. Sono arrivati, invece, i “professionisti del tuttogratis” organizzati come vere e proprio catene di Sant’Antonio che fanno firmare contratti (che non saranno mai onorati) promettendo il tutto gratis e facendosi dare acconti, per non perdere la prenotazione, che vanno da 500 a 2000 euro. Molti di questi contratti fanno riferimento a General Contractor non meglio identificati o ad una delle 5.000 nuove imprese (scatole vuote spesso) nate per questa occasione/opportunità.
Il consiglio che si può dare, pertanto, è sempre lo stesso, rivolgersi a validi professionisti ed imprese serie e di stimata fiducia.
Angelo Contessa – Amministratore unico Consorzio Stabile BUILD
Responsabile rapporto istituzionali UCSI (Unione Consorzi Stabili Italiani)
Written by : Cobuild
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